Nel 1998 è nato il Comitato “Sentiero delle Terre Alte” formato dal C.A.I di Loano, dalla Pro Loco di Balestrino, dal Gruppo Speleologico Cycnus di Toirano, dall’Ass. “A Cumüna veggia” di Toirano e dal “Circolo Giovane Ranzi” con lo scopo di realizzare un sentiero, posto a metà tra la costa e l’Alta Via dei Monti Liguri, che colleghi tutto l’arco di territorio da Borghetto Santo Spirito a Spotorno.
Attualmente il sentiero è stato sistemato, ripulito, segnato e aperto al pubblico solo nel primo tratto: da Toirano sino al Colle del Melogno. Di questa prima parte è stata realizzata, a cura della “Comunità Montana Pollupice” in collaborazione con il Comitato delle “Terre alte”, una guida turistica con la descrizione del percorso e cenni storico-paesaggistici dei luoghi che si incontrano percorrendo il sentiero.
Il volume può essere richiesto scrivendo a “Circolo Giovane Ranzi” Piazza della Chiesa 17027 Pietra Ligure (SV)
oppure E-mail: info@ranzi.it
All’interno di questa iniziativa, il “Circolo Giovane Ranzi” ha curato il ripristino del sentiero Pietra Ligure – Ranzi – Pian delle Bosse di collegamento con le “Terre alte” del quale, di seguito è possibile trovare una breve descrizione.
Il sentiero di collegamento con Le Terre alte parte dalla Piazza XX Settembre nel centro storico di Pietra Ligure; prosegue nei pressi dei vecchi lavatoi ed inerpicandosi subito sul colle del Trabocchetto, costeggiando l’Orto botanicocomunale, conduce attraverso la Rocca delle Fene al Pian dell’Olio da dove, immersi nella tipica macchia mediterranea, si può godere un vasto panorama sul golfo prospiciente delimitato ad est dal promontorio della Caprazoppa e ad ovest da Capo Santo Spirito.
Proseguendo nel percorso si incontrano le vecchie cave di pietra, ormai dismesse, della Italcementi e scendendo lungo il versante nord del collina la vista si apre ora sull’ampia vallata del Maremola fino alle pendici del Colle del Melogno. All’altezza del ponte autostradale si incontra la carrozzabile che collega Pietra Ligure alla frazione Ranzi. Si prosegue sulla strada asfaltata sino all’altezza del rio Ranzi dove si devia a sinistra per inoltrarsi nella prima borgata della pittoresca frazione.
Ranzi è situata a circa 150 mt. sul livello del mare in posizione privilegiata, immersa nel verde e con un’ampia vista panoramica sul bellissimo golfo. Il nucleo abitato, ubicato a metà del Monte Chiapparo, presenta le caratteristiche di un vecchio borgo ligure ed è suddiviso in tre borgate dette della SS. Concezione (Dranzù), di Sant’Antonio (Dransciù) e di Santa Liberata (Caselle) che si snodano con i tipici “carruggi”, le case a volta e gli antichi lavatoi intorno alle raccolte piazzette antistanti le piccole Cappelle che danno il nome alle borgate.
Nella suggestiva piazzetta antistante l’antica Cappella della SS. Concezione (XVII sec.), in occasione della festività del Corpus Domini, tutti gli anni si rinnova l’antica tradizione dell’Infiorata “La Stella di Ranzi”, disegno geometrico molto elaborato, a forma circolare di circa sette metri di diametro, realizzato interamente con fiori di campo dai diversi colori che consentono di ottenere un vivace effetto policromo.
All’interno del vecchio borgo, a testimonianza dell’antica economia contadina locale, rimangono i vecchi frantoi “Gumbi”, molto interessanti dal punto di vista storico poiché rappresentano l’evoluzione nel tempo dei diversi metodi di frangitura delle olive. A Ranzi, dove nel secolo scorso erano in piena attività almeno una decina di frantoi, sono ancora ben conservati quattro diversi tipi di “gumbi”, dal più vecchio a trazione umana, ai due a trazione animale, che si differenziano, a seconda che si tratti di trazione equina o trazione bovina, da un diverso sistema di moltiplicazione dei giri della macina, per finire con quello più moderno a trazione meccanica rimasto in funzione sino agli inizi degli anni ottanta.
A sud dell’abitato, sulla sommità della collina dei Gazzi, lambita dal nostro percorso, si erge l’antica chiesetta di San Sebastiano che deve le sue origini ai monaci benedettini che la costruirono intorno all’anno Mille come testimoniano i primitivi muri di sostegno del sagrato.
Attraversate le tre borgate e la piazza S. Bernardo con la omonima Chiesa Parrocchiale, il percorso si inerpica in mezzo ad un bosco di sugheri e querce che lambisce la scogliera del Monte Chiapparo sino alla Cappelletta, (mt. 270 s.l.m.), piccola Cappella votiva, costruita all’inizio del secolo, dalla cui terrazza si gode un magnifico panorama della costa.
Si prosegue quindi fino al pianoro di Località Bui dove tutti gli anni, dal 10 al 14 di Agosto, l’Associazione Circolo Giovane Ranzi organizza la tradizionale e rinomata Sagra del Nostralino. Scopo primario di tale manifestazione è quello di riuscire ad attrezzare in tale sito una vasta area ricreativa a “Tempo libero” in grado di ospitare una struttura sportiva polivalente ed una vasta zona attrezzata per sosta e pic-nic, ottimale punto di partenza per la valorizzazione turistico-escursionistica dell’entroterra locale.
Il percorso prosegue attraverso una vegetazione più fitta costituita nel tratto iniziale soprattutto da pini e querce a cui si aggiungono ben presto noccioli, lecci, castagni e faggi. Superato il cosiddetto Colle delle Pere si incontrano resti di trincee scavate durante l’ultimo periodo bellico e si giunge alla zona collinare di San Martino a circa 450 mt di altitudine dove, nei pressi del crocevia formato dalle tre mulattiere che salgono da Giustenice, Ranzi e Verzi di Loano, sorge l’omonima antica chiesetta campestre eretta presumibilmente in epoca medioevale.
Si prosegue quindi verso la località Castagnabanca dove nei pressi della cascina “du Furmia” si incontra una singolare costruzione che richiama le tipiche “cabanne” o “caselle” appartenenti alla cultura pastorale ligure frequenti lungo i crinali di tutte le Alpi Marittime.
La particolarità di tale costruzione, detta “u Cabanun”, costruita interamente in pietra senza uso di malta, con una tecnica ed una abilità di posa tali da impedire infiltrazioni di umidità all’interno, ancora in ottimo stato di conservazione, consiste nelle sue eccezionali dimensioni. Essa consentiva, infatti, ai ranzini che, nel secolo scorso fino all’immediato dopoguerra, durante la stagione del taglio del fieno quotidianamente percorrevano il faticoso tragitto dal paese fino ai prati del Monte Carmo, di trovare riparo al suo interno insieme al mulo da soma con il suo carico in occasione degli improvvisi temporali estivi.
Il percorso prosegue quindi fino ai prati montani dei Giovi dove sorge il Rifugio CAI “Pian delle Bosse” (mt. 841 s.l.m.) e dove si incrocia il tracciato del sentiero “Terre alte”.
Percorso: Km. 10 – Durata ore 3,30.
Per ulteriori informazioni sull’intero percorso del “Sentiero Terre alte” si può consultare il sito del CAI Sezione di Loano